Cosa intendiamo con l’espressione “un luogo dello spirito”?
Credo che si voglia esprimere il fatto che quel luogo ci trasmette un senso di appartenenza a qualcosa che fu importante nel passato, a qualcosa che ancora oggi ci commuove e, in quel preciso momento, comprendiamo come sia essenziale che quella memoria non vada perduta. In questa visione, forse pochi luoghi del mondo sono luoghi dello spirito come i sepolcreti; se volete seguirmi in questa esplorazione, inizio qui una serie di testi sui più famosi cimiteri del mondo.
Nota: molte delle notizie biografiche riportate nei testi che seguono sono tratte da Wikipedia, la straordinaria iniziativa che ha reso accessibile l’informazione culturale, gratuitamente, a tutti. Sostenete Wikipedia con una piccola donazione!
21 Aprile 2016
Molti anni fa a Buenos Aires ricordo di avere visitato il cimitero monumentale detto de la Chacarita, il più grande del Paese. C’è anche lì, come al Cimitero monumentale di Milano, un famedio riservato a personaggi illustri, con due sezioni riservate a personalità inglesi e tedesche che morirono in Argentina.
Allora non mi soffermai molto, per la verità, a considerare i nomi sulle tombe; solo qualche giorno fa, vagando per il web, mi è capitato di trovare un elenco delle sepolture del famedio e qualche nome mi è suonato familiare.
Naturalmente non potevano mancare i grandi del tango e della milonga: Carlos Gardel, Anibal Troilo e Carlos Eduardo Gavito.
Poi un poeta, Evaristo Carriego, del quale confesso di non avere letto ancora niente (rimedierò), ma del quale ricordavo che Jorge Luis Borges aveva scritto una biografia. (A proposito: il grande argentino Borges non è inumato a Buenos Aires. Morì il 14 giugno 1986, a 87 anni, nella città di Ginevra, ed è sepolto in quella città, nel cimitero di Plainpalais).
Tornando alla Chacarita ecco ancora due nomi di personaggi che evocano ricordi: uno, Friedrich Bergius, per ovvii motivi, diciamo così, professionali (è stato un grande chimico, Premio Nobel 1931). Mi ricordo un esame in cui mi chiesero di parlare del processo Bergius per la conversione del carbone in idrocarburi liquidi, la cosiddetta benzina sintetica; e l’altro, Hans Wilhelm Langsdorff per una memoria storica della seconda guerra mondiale, la grande tragedia del XX secolo che mi ha sempre affascinato, forse anche perché, sia pure da bambino, ne ho ricordi diretti.
9 Maggio 2016
Carlos Gardel
(Tolosa, 11 dicembre 1890 – Medellín, 24 giugno 1935)
Cantante, attore e compositore argentino, personaggio di spicco nella storia del tango.
Il tango è un ballo, e un genere musicale originario della regione del Río de la Plata tra Argentina e Uruguay come espressione popolare, e artistica, che comprende musica, danza, testo e canzone.
Uno degli strumenti caratteristici del tango è il bandoneón (fisarmonica). Non si utilizzano nell'esecuzione strumenti a percussione.
Gardel trascorse la sua gioventù a Buenos Aires nei pressi del mercato del quartiere di Abasto (fu lì che gli venne dato il soprannome di 'El morocho del Abasto', 'il brunetto di Abasto'), 'El Francesito' (Il Francese). Si univa di buon grado alle 'pandillas' locali, le bande giovanili di strada (e per piccoli fatti venne anche fermato dalla polizia), dalle quali acquisì il caratteristico accento porteňo del dialetto 'lunfardo'.
Il giovane Carlos abbandona gli studi nel 1906, perché ha una bella voce di baritono e la sua passione è il canto.
Nel 1911 col cantante José Razzano, forma un duo che diviene un trio nel 1912 con il chitarrista Francisco Martino; da questo momento la carriera di Gardel continua con l’esibizione in teatri e cabaret sempre più importanti, e in formazione con musicisti diversi: duo, trio, quartetti. Incide i suoi primi dischi di canzoni popolari argentine, 'estilos', 'zambas', 'cifras', 'tonadas', 'milongas', 'chacareras'.
Alla fine del 1913, il Duo Nacional Gardel-Razzano si esibisce nel prestigioso cabaret Armenonville di Buenos Aires e l'8 gennaio 1914 debuttano al Teatro Nacional.
Nel 1917, per la prima volta, mette in repertorio un tango, cantando al Teatro Empire di Buenos Aires, Mi noche triste, versificato in lunfardo, il gergo dei bassifondi di Buenos Aires; da allora inciderà più di 900 tanghi. È protagonista del film "Flor de durazno" (Fiore di pesca): è il primo film del cinema argentino. Gardel pesa allora 120 chili: occorreranno mesi di palestra e molta buona volontà per mantenere il suo peso forma di 75 chili.
Conosce Isabel del Valle, una quattordicenne che diviene la sua fidanzata ufficiale ma che non sposerà mai: si dice, del resto, che Gardel fosse omosessuale e che il suo fidanzamento fosse una 'copertura'.
Dal 1921 in avanti la fama di Gardel si espande in tutta l’America del Sud e in tutta Europa. Per dieci anni dal 1925 al 1935 la sua vita si svolge freneticamente tra Europa ed America, e si esibisce nei maggiori teatri dei due continenti.
Fu tra i primi artisti internazionali ad usare il trasporto aereo di linea che iniziava a svilupparsi proprio in quegli anni. In aprile inizia una nuova tournée per Porto Rico, il Venezuela e la Colombia: qui, il 24 giugno 1935, all'aeroporto di Medellín, il suo aereo, mentre si prepara a decollare, si scontra con un altro aereo fermo nella pista, con i motori accesi. Carlos Gardel muore carbonizzato insieme ai suoi musicisti. Otto mesi dopo la salma viene rimpatriata a Buenos Aires.
Il suo mausoleo nel cimitero della Chacarita di Buenos Aires è invaso di ex voto e quotidianamente gli altoparlanti diffondono la sua voce. Un rito paesano vuole che la sigaretta della statua sulla tomba sia sempre accesa.
Nel 2003 l'Unesco ha dichiarato la voce di Carlos Gardel Patrimonio Culturale dell'Umanità.
Anibal Troilo
(Buenos Aires, 1914-1975)
Musicista precoce, il suo strumento fu sempre il bandoneón, la fisarmonica argentina.
Compose e suonò centinaia di tanghi e milonghe. Si conoscono di lui 485 registrazioni, effettuate tra il 1937 e il 1970, anno in cui ebbe occasione di incidere con Astor Piazzolla.
È considerato uno dei maggiori talenti musicali del tango argentino.
Carlos Eduardo Gavito
(1942-2005)
Grandissimo ballerino di tango, deve la sua fama alla sua costante presenza dal 1995 in Forever Tango, una produzione musicale di Luis Bravo, che ha percorso in tour i maggiori teatri americani, facendo conoscere il tango argentino a migliaia di spettatori.
La moglie, Helen Gavito, che aveva studiato danza alla prestigiosa Scottish Royal Ballet School, non poté partecipare perché al gruppo erano ammessi solo ballerini argentini.
Il famosissimo tango che potete vedere danzato da Carlos Gavito e Marcela Duran e da Ayelen Sanchez e Walter Suquia ai link riportati qui sotto, si intitola “A Evaristo Carriego”, composto da Eduardo Rovira e registrato dalla Orquesta Osvaldo Pugliese nel 1969.
E questo ci collega al poeta Evaristo Carriego, la cui tomba si trova a la Chacarita e che sarà il nostro prossimo personaggio.
Sulle lapidi di questo cimitero sono incisi nomi che suscitano immediatamente ricordi: il riformista protestante Jehan Cauvin, italianizzato in Giovanni Calvino, gli scrittori famosissimi Jorge Luis Borges e Robert Musil, il grande chimico inglese Humphry Davy, tanto per citarne solo alcuni.
Ma comincerò da una grande figura di donna, sconosciuta ai più: Lydia Welti-Escher.
10 marzo 2019
Lydia Welti-Escher
(Nata Lydia Escher, 10 luglio 1858 in Zürich-Enge – 12 December 1891 in Genève-Champel)
Lydia è stata una grande mecenate delle arti, creatrice della Fondazione Gottfried Keller, una delle più importanti collezioni d’arte svizzera.
Lydia era la figlia maggiore di Augusta Escher-Uebel (1838–1864) and Alfred Escher (1819–1882), uno dei più facoltosi e influenti imprenditori svizzeri dell'epoca.
La sua vita fu segnata da una grande "histoire d'amour, de mort et de destin" e del resto tutta la storia della sua dinastia familiare racconta di grandi scandali, fughe, ritorni, cadute abissali e prodigiosi risorgimenti, a partire dalla prima metà del 1700.
Lydia crebbe nell'ambiente dell’alta borghesia zurighese, e la sua casa era frequentata dai più importanti rappresentanti della società, politici e industriali, letterati e pittori. Lei stessa era una donna assai emancipata per i suoi tempi, parlava diverse lingue, frequentava teatri e concerti. Due drammi sconvolsero la sua vita da giovane: la morte della sorellina Hedwig, di tre anni, e la morte della madre, di soli ventisei anni.
Il padre, ormai vedovo, tenne molto vicino a sé Lydia e lei stessa collaborò agli affari del padre, che negli ultimi anni soffriva di una salute sempre più malferma.
Nell'immagine qui sopra Lydia con il padre
Si fidanzò con Friedrich Emil Welti, figlio di un potente membro del Concilio Federale Svizzero, composto di soli sette membri, di fatto il governo della Confederazione. Ma tra Welti padre e Alfred Escher non correva buon sangue, quindi il matrimonio fu celebrato solo nel 1883, dopo la morte di quest’ultimo.
A questo punto della sua vita Lydia è una donna bella, giovane, ricchissima, ha per suocero un alto esponente del governo e il mondo è ai suoi piedi. Ma si annoia.
Qui il destino tende una delle sue ben note insidie: Lydia ritrova un amico d'infanzia, divenuto un noto pittore, Karl Stauffer-Bern. Evidentemente le piace, lo invita nella sua magnifica villa Belvoir, circondata da un maestoso parco. Lui la ritrae, e vediamo qui sotto il quadro:
Non solo, diventa la sua mecenate, gli consente di recarsi a Roma per studiare scultura. Nell'ottobre del 1889 Lydia e il marito si trasferiscono a Firenze, ma poco dopo Friedrich Welti deve rientrare a Zurigo per motivi di lavoro, e Lydia ha così l’occasione di frequentare liberamente Karl. I due si innamorano e la faccenda diviene di dominio pubblico. La famiglia Welti è furibonda: sfruttando la sua posizione politica il padre di Friedrich riesce a far rinchiudere Lydia in un ospedale psichiatrico a Roma, e a far arrestare Karl per sequestro di persona e stupro.
Nel maggio 1890 Lydia, sottoposta a un approfondito esame psichiatrico, viene riconosciuta totalmente sana di mente e rilasciata. Nel frattempo Karl, disperato e in preda ad un collasso nervoso, rilasciato dal carcere ma rinchiuso in un ospedale psichiatrico, mette in atto un tentativo di suicidio, che fallisce. Ci riprova poco dopo e questa volta 1891, muore.
Lydia, tornata a Zurigo chiede il divorzio dal marito, al quale paga una “compensazione” di 1,2 milioni di franchi svizzeri, una cifra stratosferica in termini attuali. Ma ormai lei è l’adultera, la rigida società calvinista di Zurigo non la perdona e la estromette. Lei si trasferisce a Ginevra-Champbel nell'estate del 1890: crea la fondazione Gottfried Keller, così chiamata in onore di un letterato amico del padre conosciuto in gioventù, e nel dicembre 1891 si suicida aprendo i rubinetti del gas.
Nel suo testamento lasciò tutto il suo immenso patrimonio, inclusa la Fondazione, al governo federale svizzero.
La tomba di Lydia